Chi sono
In ogni romanzo di formazione c’è una “linea d’ombra”, quel confine sottile e incerto passato il quale, il protagonista si sente cresciuto, finalmente diventato grande.
Anche nella mia storia c’è un momento di crescita e può essere identificato nel 2013, quando decido di affittare un vigneto di proprietà di Filippo Garin e cominciare a vinificare, senza condizionamenti esterni, sotto il nome de La Plantze.
Mi chiamo Henri Aselmet e il vino, per me, è un’eredità di famiglia. Negli anni ’80 mio nonno Renato fu presidente dell’Associazione Viticoltori di Villeneuve: fu lui a iniziare una lenta rivoluzione che, anni più tardi, grazie agli insegnamenti del canonico Joseph Vaudan, contribuì a cambiare il volto e la qualità dei vini valdostani. Mio padre Giorgio Anselmet, titolare di Maison Anselmet, fa parte di quella “seconda ondata” di vigneron valligiani che, sul finire degli anni ’90, hanno creduto nel valore delle varietà autoctone, facendone conoscere il potenziale espressivo in tutto il mondo.
